Voglio sviluppare meglio questo concetto per parlare dei “discenti di oggi” e come giovani studenti e lavoratori influenzino le caratteristiche di un'organizzazione.
Io faccio parte della generazione che gli americani chiamano “baby-boomers”, cioe' la generazione dei nati tra il 1946 ed il 1964. Si chiama cosi' perche' ci fu in quel periodo un grosso sviluppo economico. Gli studi dicono che le persone di questa generazione sono ossessionate dal lavoro, vivono per lavorare. Le madri erano casalinghe ed adesso hanno le leve del potere.
Gli studi sociologici come inquadrano invece i lavoratori piu' giovani?
Definiamo le generazioni X e Y.
Quando i media parlano di Generazione X intendono parlare delle persone nate del periodo 1965-1979.
Questa generazione ha conosciuto in maniera massiccia la famiglia con genitori divorziati. Le famiglie con madri lavoratrici sono la norma. Sono di intelletto elastico, indipendenti e con spirito di adattamento. Sul lavoro, prendono i loro compiti seriamente ed hanno un approccio pragmatico. Lavorano per vivere, non vivono per lavorare, come magari la generazione precedente alla loro.
La Generazione Y comprende i nati tra il 1980 ed il 1995. Uno studio della Adecco afferma che gli appartenenti a questa generazione:
1.imparano velocemente
2.amano la tecnologia
3.hanno un'alta stima di sé
4.sono favorevoli allo studio
5.sono orientati al risultato
6.sono socialmente consapevoli
Però questo spesso significa che hanno uno scarso attaccamento al lavoro, hanno bisogno di essere seguiti e controllati, vogliono avere "tutto e subito"
Che difetti hanno:
1.nell'espressione scritta
2.nella capacità di comunicazione
3.nel lavoro di gruppo
4.nelle abilità interpersonali
5.nel rispetto degli orari di lavoro e nei comportamenti appropriati in ufficio
6.nelle capacità di gestire gli affari
Time magazine in un articolo afferma che la generazione Y ha generato un cambiamento culturale nelle aziende e nel management ed effettivamente le persone di questa generazione stanno diventando agenti di cambiamento, forzando le organizzazioni a ripensare ed implementare i metodi di reclutamento, formazione e management.
Utilizzo delle tecnologie e del web 2.0
Sia per gli appartenenti alla generazione X che Y , la tecnologia ed in particolare Internet, ha un influenza fondamentale nella vita di tutti i giorni.
Esiste una teoria, elaborata da Marc Prensky, che io trovo geniale. Prensky contrappone i digital native con i digital immigrants. I digital Immigrants sono i membri delle generazioni precedenti alla generazione Y che hanno imparato ad utilizzare la tecnologia: “come tutti gli immigranti, alcuni meglio di altri, si sono adattati al nuovo ambiente, ma comunque in qualche misura conservano il loro accento che e' come tenere un piede nel passato”.
Prensky crede che, sebbene molte di queste persone utilizzino Pc, Internet, Ipod, comunque li utilizzino in maniera diversa rispetto alle generazioni piu' giovani
I digital natives sono cresciuti con la tecnologia . Sono, per continuare il paragone di cui sopra, di “madrelingua” del linguaggio digitale. Ed a causa di cio' “pensano e processano l'informazione fondamentalmente in maniera diversa dai predecessori”
A questo punto mi preme fare una considerazione: qui stiamo generalizzando e come in tutte le generalizzazioni si va giu' un po' pesanti. E' per me ovvio che non esiste una linea precisa che divide il comportamento di una generazione dall'altra. Cosi' come puo' benissimo essere che il componente di una generazione si trovi in realta' descritto meglio nell'ambito di un'altra generazione. Resta pero' importante fare alcune caratterizzazioni, che distinguono alcune categorie di discenti dalle altre, perche' e' necessario prendere in considerazione questi elementi se vogliamo promuovere un e-learning efficace.
Diciamo comunque che i digital native condividono una cultura globale comune, che prevede l'interazione tra la tecnologia, l'informazione, le altre persone e le istituzioni. Che e' in realta' qualcosa di piu' che l'essere connessi predicato dalla generazione precedente.
Esiste quindi uno spettro di comportamenti che attraversa le generazioni: da quelli che hanno una conoscenza approssimativa della tecnologia a quelli che ce l'hanno nel sangue. E questo emerge ancora piu' chiaramente in quello che chiamiamo web 2.0 e che coinvolge l'utilizzo di strumenti quali wiki, blog, social networking e social bookmarking.
Data questa situazione e' ovvio che ci sono differenti utilizzi in termini di:
- livello di coinvolgimento con i social media
- frequenza di coinvolgimento
- quantita' di strumenti utilizzati
Possiamo quindi dividere gli utenti in tre livelli:
1.Consumatori passivi — utenti che leggono, ascoltano o vedono i contributi
2.Consumatori attivi — utenti che contribuiscono ai contenuti
2.Produttori proattivi — utenti che creano e condividono i l proprio materiali come foto, video, file, documenti e allo stesso tempo aggiornano il proprio blog o altri strumenti quali wiki, ...
Il giovane lavoeratore o studente e' connesso, come si dice, 24/7 e spende piu' tempo online che davanti alla tv. Comunica con gli altri grazie agli SMS, ai MMS, alle email e utilizza chat e forum.
Prendendo dati da una ricerca Forrester del 2008 possiamo quindi delineare
Quale e' il tipo di e-learning che l'utente preferisce utilizzare?
- In primo luogo il discente di oggi preferisce informazioni ipertestuali che provengono da sorgenti differenti;
- normalmente lavora con processi paralleli e simultaneamente su differenti contenuti, interagendo con altri.
- Sono primariamente visuali, quindi preferiscono lavorare su foto, suoni e video piuttosto che su testo
- Sono discenti esperienziali, cioe' preferiscono imparare scoprendo piuttosto che in linea teorica e vogliono arrivare a definire le conclusioni in maniera autonoma. Ecco il perche' del successo delle simulazioni o dei giochi di ruolo.
- Hanno una soglia di attenzione breve, e per questo preferiscono piccoli brani di contenuti, anche su PC o IPOD
- Sono estremamente sociali ed amano condividere le esperienze con gli altri. Amano lavorare in team. Interazione e' la chiave del loro apprendimento e voglio essere parte di una comunita', collaborando, condividendo e scambiando informazioni
- Amano coprire ruoli diversi all'interno del percorso formativo: discenti, istruttori, facilitatori o sostegno di altri e cambiano ruolo tra di loro
- Preferiscono imparare “just in time”, che significa avere accesso alle informazioni quando e' possibile applicarle immediatamente
- Necessitano di feedback immediati e vogliono essere gratificati
- Sono discenti indipendenti, e sono in grado di imparare da soli assistiti da una guida.
- Preferiscono costruire il proprio apprendimento da soli, assemblando informazioni e strumenti da diverse provenienze
Le nuove generazioni sono molto piu' esigenti e richiedono l'utilizzo dei nuovi approcci e strumenti in aula o sul posto di lavoro.
La pratica
Come si traduce tutto questo in pratica?
Qui sotto inserisco un piccolo elenco di metodi da utilizzare con i nuovi discenti. Non e' esaustivo, vuole solo essere un punto di partenza per la discussione che secondo me dovremo avere. Ad esempio, come collegare le aspettative degli allievi della generazione Y con le aspettative degli allievi piu' anziani?
Mordi e fuggi
L'esperienza mi dice che i discenti delle nuove generazioni non vogliono esser annoiati da discorsi o letture lunghissime. In aula, l'estate scorsa abbiamo avuto un docente che praticamente leggeva libri durante le lezioni: abbiamo dovuto cambiarlo perche' gli allievi stavano (giustamente ) insorgendo.
WWW
Le persone si aspettano di essere connessi, e comunque di trovare materiale, supporto e altro online. Amano trovare l'apprendimento “just in time” e, come si dice al giorno d'oggi “whenever, wherever”
Auto-organizzati
Amano autorganizzare i gruppi di studio attraverso gli strumenti del web 2.0
Aggiungere
Occorre ricordare che gli utenti amano autocreare la propria formazione, quindi bisogna dare la possibilita' di aggiungere strumenti formativi o di inserire il contenuto che l'utente ritiene utile. Quindi ci si aspetta l'utilizzo di forum,. wiki, blog o chat
Gli allievi si aspettano un approccio collaborativo e sociale che attraversi tutta la loro vita, sia che si stia parlando di lavoro, apprendimento o tempo libero. Perche' e' questa la realta' che stanno vivendo.
4 commenti:
Sono nato nel mezzo della generazione X (1970) e mi ritrovo abbastanza nel quadro tracciato, anche se devo precisare che, per esperienza personale, avendo iniziato ad utilizzare un computer davvero da ragazzino (avevo tredici anni ed io ed il mio Commodore 64 sognavamo di riprogrammare il mondo... a proposito, Wargames è proprio del 1983...) mi sento più digital native che immigrant... a meno che per "immigrant" non si intendano davvero tutti coloro che non siano nati nell'era digitale. L'ultima intendo.
Mi spiego: qualcuno nato nel 1990 è venuto su a pane (rectius: Kinder) e Playstation. Fin da piccolissimo. Io ho avuto il mio primo contatto con un computer solo alle scuole medie. Per un semplice motivo: prima non c'erano. Il che non mi fa sentire comunque un "associato" al sistema digitale, nè uno che ha dovuto inseguire, rincorrere, ma qualcuno che ha addirittura contribuito, e dall'inizio, a creare ciò che oggi viviamo nel quotidiano. Anzi, avendo anche vissuto le accelerazioni informatiche, i cambiamenti tecnologici e avendo utilizzato praticamente tutti i sistemi di comunicazione disponibili, dalle BBS al Videotel, mi sento ancor più parte del sistema di chi queste cose invece le studia a scuola come io studiavo il motore a vapore o il primo telaio meccanico.
Credo che chi, nella Generazione X, si sia a suo tempo immediatamente avvicinato all'informatica, goda oggi di un piccolo (?) vantaggio rispetto a chi invece - e parlo della Generazione Y - dà per scontato che con un telefono si possa chattare. Che, anzi, un telefono si possa indossare.
Parlo di consapevolezza, di conoscenza sul campo degli step evolutivi che ci hanno condotto a considerare il computer come strumento quotidiano di lavoro e di svago. Per averli vissuti. Per averli digeriti. Di più: per avervi partecipato.
Gioco a mio favore: viva la Generazione X!
Caro Max, non e' una questione di merito (X e' meglio di Y o viceversa) ma proprio di "vissuto". Anch'io a 18 (non 13) anni utilizzavo il C64 e scrivevo programmini in basic. Sul lavoro siamo venuti su insieme, e quindi BBS e altro li abbiamo conosciuti insieme. Questo non ci fa peggio o meglio di chi a 8 anni gioca con la PS2. Pero' ci fa diversi, perche' come dici tu, un ragazzino riesce ad indossare un telefono: probabilmente io o tu ci perdiamo a cercare i bottoni dei polsini vicino allo 0....
Gentilissimi BB e X,
ho idea che rincorrere Y sia una operazione pericolosa ed infruttuosa. Suggerirei di seguire con attenzione le generazioni Y e seguenti ma con occhio clinico (... e non perché ogni tanto, vedendoli, li prenderemmo volentieri per matti!).
La formazione, anche quella in e-learning, non può e non deve seguire le manie del presente.
Bisognerebbe capire come fare a "tenere il passo" tanto quanto basta per non risultare "vecchi" e per non interrompere il legame con il passato.
Forme, modi e contenuti della buona formazione sono sempre utili.
Se poi si pensa che i fruitori appartenenti alle generazioni Y e seguenti sono una netta minoranza rispetto al totale dei fruitori di formazione allora ...
Il riferimento all'esiguità delle generazioni Y e seguenti è un discorso trasversale. Ascoltavo un tipo in TV che ha analizzato le classifiche discografiche di vendita e le informazioni circa i file musicali scaricati da internet: i titoli sono principalmente quelli legati alle generazioni che qui stiamo chiamando X e BB!
I "consumatori" (anche di formazione) nel mondo invecchiano e l'Italia è uno dei paesi più vecchi del mondo.
Attenzione! Non sono un fan del vecchio né un nostalgico del passato.
In termini generali, sono più per una pedagogia inclusiva (non generica!!), nel senso di offrire appigli e possibilità.
Riconosco, d'altra parte, in me e in quelli che mi circondano (leggi BB e X) la capacità di mantenere il passo o perlomeno la volontà di farlo. A questi (ovvero a noi!) dobbiamo l'opportunità di fruire possibilmente del nuovo insieme alle generazioni Y e seguenti. Cosa che, tutto sommato, credo faccia bene anche a Y e seguenti.
P.S.
Per la perecisione, pur appartenendo alla generazione X, i miei genitori non hanno mai pensato di divorziare e mia madre non ha mai potuto lavorare... impegnata a faticare in casa come casalinga con tre figli maschi che andavano a giocare a pallone 6 giorni su sette e si cambiavano tre volte al giorno... senza la lavatrice!!.
P.P.S.
Inoltre, se devo dirla tutta, la X (così anonima e fredda) non mi rappresenta veramente. Piuttosto mi sento un po' BBXY e seguenti...
Condivido molto di cio' che hai detto, Matteo. Pero' due cose devo aggiungere: fai del tuo caso un caso generale. Se tu hai avuto una madre casalinga non e' detto che per la generazione cui appartieni sia lo stesso. Se no gli studi sociologici a cosa servono, basta chiedere a Matteo....
Secondo: come dicevo non penso che le generazioni siano categorie rigide. Anche perche' un uomo che vive a Roma o Milano vive esperienze diverse da quelle di un uomo di Pescocostanzo, Barletta o Casale Monferrato.
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