Se avete collaboratori e colleghi come i miei, che vi aggiornano su ogni strumento anche solo lontanamente utile per un apprendimento stimolante, sicuramente vi siete siete accorti che l'e-learning 2,0 e' intorno a voi. Ed in futuro forse dovrete valutare l'efficacia e l'efficienza dei nuovi strumenti per l'e-learning 2.0.
Ma in che cosa consiste l'e-learning 2.0: si tratta di un tipo di apprendimento che avviene attraverso la rete ed in maniera collaborativa con altri utenti. Gli utenti sono incoraggiati a collaborare ed a creare e rendere disponibili contenuti cosi' da soddisfare i bisogni di apprendimento.
Piccolo inciso: ho abbastanza esperienza da sapere che ogni nuova tecnologia, anche nell'ambito dell'apprendimento, porta con se un buon numero di entusiasti dei nuovi strumenti. E' gia' successo con i filmini da utilizzare nelle aule, o le famose diapo. Poi con la radio e la televisione e quindi i vhs, quindi programmi scritti ad hoc per il CBT (computer based training).
Ho citato quelli che mi ricordavo, e con l'e-learning 2.0 e' successa la stessa cosa: c'e' chi grida al miracolo ed afferma che la democrazia e' entrata nell'apprendimento, chi vede un futuro di promesse illimitate per l'apprendimento informale.
M dobbiamo fare uno sforzo per essere obiettivi
E allora, in cosa differisce l'e-learning 2.0 dal learning tradizionale? Che ad ogni attore del processo di apprendimento viene chiesto di contribuire creando materiale di apprendimento. Nell'apprendimento tradizionale c'e' un un'autorita' centrale che crea il materiale, gli esperti valutano il materiale prima che questi venga somministrato ai discenti. Solo quando e' tutto pronto, il materiale viene divulgato.
Nell'e-learning 2.0 viene offerto un modello diverso: gli esperti e gli utenti piu' vicini all'argomento possono inserire materiale, e comunque non e' previsto un'autorita' centrale che controlli il contenuto. Esistono quindi due tipi di utenti: quelli che creano il contenuto e quelli che imparano dal contenuto, e dato che ognuno puo' ricoprire i due ruoli in momenti diversi, e' necessario considerare cio' nella valutazione dell'e-learning 2.0.
Allora, visto che l'e-learning 2.0 produce materiale che arriva da fonti non controllate, uno degli aspetti che dobbiamo considerare nella valutazione di questa metodologia e' la completezza e la conformita' del learning material.
Per inciso, non diamo per scontato che tutto quello che proviene dall'apprendimento tradizionale e' di per se' di ottima qualita'.
Comunque, tornando al nostro punto, esiste materiale facile da verificare e materiale difficile da verificare: per esempio, se qualcuno mi spiega come creare delle buone slide di Powerpoint su un forum, il materiale che ricevo e' facile da verificare.
Di contro, qualcuno in un blog mi parla delle tecniche di leadership. Trovo che quello che e' scritto potrei applicarlo nel mio gruppo di lavoro. Applico queste tecniche, e dopo un paio di mesi mi accorgo che effettivamente il mio gruppo produce idee innovative. Peccato che perde un sacco di tempo nel decidere quale e' l'idea migliore, al capo non piacciono le nostre idee ed il morale del mio gruppo e' bassissimo. Come faccio allora a verificare in prima battuta il materiale di cui sopra?
IL SUPPORTO
Altro aspetto da considerare: il supporto. Nel caso dell'e-learning 2.0 il supporto e' abbastanza scarno. I discenti non ricevono supporto che li possa aiutare: non sono previsti esercizi o help di ripetizione intenzionale, non sono previste prove di funzionamento, test di richiamo, etc, etc. In particolare non viene fornito supporto sulla:
- comprensione dei contenuti,
- assimilazione dei contenuti
- applicazione dei contenuti on the job
Il perche e' ovvio: nell'e-learning 2.0 un peer inserisce il materiale di apprendimento, il piu' delle volte in ambienti di social network. In questa situazione il supporto non e' considerato come una opzione desiderabile, ne' viene previsto a livello metodologico, se non a monte fornito dall'espoerto o docente che poero' ovviamente non offrira' supporto su materiale non inserito o validato da lui stesso
Nel caso di e-learning di prima generazione, i contenuti vengono creati da persone che hanno esperienza in learning design e quindi il supporto viene considerato all'interno del sistema di apprendimento.
In pratica, quando e' importante ricordare o implementare unargomento, l'e-learning 1.0 sembra essere una scelta migliore.
Occorre poi considerare che l'e-learning 2.0 non e' strutturato per avere una sequenza ordinata di eventi. Quindi con argomenti complicati o una quantita' elevata di materiale e' opportuno considerare l'e-elearning 1.0 come una scelta migliore.
Riassumendo trovo utile lo schema qui sotto per discriminare il tipo di e-learning da utilizzare:
|
| Assistenza per assimilare ed implementare | ||
| Assistenza non importante | Assistenza importante | ||
| Materie da Apprendere | Piccole parti da apprendere | E-LEARNING 2.0 | E-LEARNING 1.0 |
| Sistema complesso di informazioni | E-LEARNING 1.0 | E-LEARNING 1.0 | |
3 commenti:
Il problema della verifica della bontà del materiale, a mio parere è differente a seconda dell'ampiezza della comunità dei discenti.
In una comunità ristretta di apprendimento si può risolvere attraverso un filtro "umano": un mediatore, un supervisore (il problema poi può essere quello di stabilirne le modalità operative). Questa figura può essere il coordinatore del corso (che però dovrebbe rapportarsi sempre con gli esperti ed il corpo docente) ma non necessariamente esclusivamente questi.
Il rischio qui è un rallentamento della pubblicazione ed indicazione del materiale e delle fonti, dovuto a questa preventiva opera di controllo (se preventiva deve essere).
In una comunità di apprendimento più allargata questo ruolo di supervisore potrebbe essere demandato alla comunità stessa, in una sorta di operatività stile "Wiki", con controlli reciproci e forum di discussione. In questo caso il rischio è rappresentato dalla dispersività e dalla perdita del focus circa un determinato argomento, quando gli sforzi diventano mirati a correggere, ampliare ed affinare il materiale già esistente. In altre parole, la comunità potrebbe spendere troppo tempo a rincorrersi per migliorare e dire la propria su un thread determinato, perdendo di vista altre parti del programma di apprendimento.
Paradossalmente una grande comunità potrebbe a questo punto disporre di meno materiale (anche se molto affidabile, verificato, esaustivo) o comunque di meno tempo per lo studio.
Il vantaggio sta però nella rete di relazioni che si verrebbe a creare.
Credo che la scelta del modello di operatività dipenda poi anche dall'oggetto del corso de quo: in un corso molto basato sulla relazionalità il secondo modello, pur con i rischi summenzionati, presenta indubbi vantaggi. Pensiamo ad un corso di leadership, PR, operatività aziendale.
Massimiliano Zulli
La valutazione del content e' al centro di molti dibattiti a cui ho paretcipato. Nell'ultimo periodo ho lavorato ad una serie di proposte progettuali all'interno del Programma Europeo LLL in cui si chiedeva di condividere del materiale in e-learning ad esperti provenienti da piu' Paesi. La chiarezza progettuale si e' proprio arentata sulla valutazione dei materiali. Si e' proposta una valutazione in Peer review da esperti-terzi "super partes" che pero' non ha convinto tutti in quanto la valutazione esterna e preventiva e' vista come la fine dell'autonomia e della condivisione del sapere. Come si puo' superare questo ostacolo? Puo' secondo voi wikipedia rappresentare un modello di riferimento nella gestione del contenuto E_learning?
Massimiliano e Pina fanno considerazioni che mi sembrano molto centrate e convergenti su un punto: sostanzialmente la struttura wiki e' adatta per controlare il contenuto di un corso e-learning? Sostanzialmente si, pero' appunto sorge il sospetto che alla fine "il gatto si mangi la coda", cioe' si apra un circolo vizioso di inserimenti e controlli e viene quindi perso di vista l'obiettivo della formazione.
Certo, si puo' impostare una sorta di tpeer review, cioe' una sorta di consiglio dei pari che controlla il contenuto, ma a questo punto e' come avere un'organizzazione o un esperto che inserisce e valida il contenuto. Secondo me il concetto piu' valido e' l'integrazione di piu' modelli in un corso. Cioe' avere un corso strutturato e validato al cui interno si possono aprire finestre di social network per approfondire concetti o per identificare bisogni.
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